IL TESTO RAPITO ATTO SECONDO: La disputa su “La disputa”

“Bruno filosofo non appartiene soltanto ai filosofi e noi non tollereremo che la corporazione degli accademici lo sequestri per sé. Bruno fu il filosofo fastidito, l’accademico di nessuna accademia, il nemico dei pedanti, il libero ricercatore della verità: dunque che cosa ha di comune con le Università? Dio ci guardi dalla dottrina ufficiale !
I sapienti che oggi esaltano il Nolano, ieri in compagnia del Bellarmino, ne avrebbero sentenziata l’insanità, perchè é ufficio dell’ Accademia non promuovere la Scienza, ma irrigidirla e canonizzarla. Perciò i discendenti dei dottori che derisero il Nolano e con lo Scioppio gioirono del supplizio, oggi non sapendo come fargli offesa lo vorrebbero incarcerare nelle loro cattedre ed ipotecarlo per le loro dispense di esame.
C’è un Bruno però che non appartiene ai filosofi di professione, agli accademici salariati, ma è di tutti gli uomini colti o che cercano appassionatamente la verità, e Bruno a sua volta la cercò con passione, con frenesia, con ispasimo, senza riguardi umani, fra lo sprezzo dei dotti e disprezzandoli”.

da: A. Labriola, “Il significato del martirio di Giordano Bruno”

spot_rivolta2Cari amici, sono 10 anni ormai che, contando solo sulla forza del mio entusiasmo, sacrificando tempo e risorse personali, mi batto in nome della conoscenza e della diffusione del pensiero del Nolano, per difenderlo dalla presunzione e dall’arroganza di un vero e proprio comitato d’affari, che lo ha “sequestrato per sé”, per usare le sdegnate parole di Antonio Labriola, riportate sopra. In questo periodo mi sono fatto conoscere (forse troppo, per i gusti di qualcuno) anche all’interno della comunità accademica. Era fatale perciò che prima o poi l’evidente fastidio, che questa mia scomoda presenza destava, sfociasse nell’insofferenza. Quando ti riferiscono che nelle alte gerarchie accademiche si pronunciano frasi tipo: “Quel Del Giudice sta disputa cambraicrescendo,eh?”, devi cominciare ad aver paura perchè, nel loro gergo mafioso, ciò significa: “bisogna tagliargli le gambe!”. Ed è quello che costoro stanno ora cercando di fare, dopo la pubblicazione del mio libro “La disputa di Cambrai”, che ha provocato, a quanto pare un vero e proprio putiferio tra i brunisti. Recentemente, in una mia intervista al magazine Diogene, avevo già posto l’accento sull’esistenza fra gli appassionati di Bruno, di alcune ben distinte fazioni, ma pensavo che alla fine tutte, a loro modo, cooperassero alla gloria del filosofo Nolano. Proprio per questo, pur avendo già fatto più volte esperienza della crescente ostilità nei miei confronti, avevo preferito sorvolare per non infastidirvi con quelle che potevano sembrare beghe personali. Ho cercato perciò, obbligato com’ero a muovermi in questo campo minato, di mantenermi il più possibile equidistante dai vari schieramenti in lotta, dando voce e risalto a tutti, senza preclusioni e favoritismi. Non ho debiti di sorta con nessuno: chi ha mostrato disponibilità nei miei confronti è stato ampiamente ripagato, chi mi ha osteggiato è stato finora semplicemente ignorato.

ORA BASTA!

Ora però la misura è colma! La pubblicazione, a firma di Filippo Mignini, sulla rivista “Bruniana & Campanelliana”, di un virulento attacco nei miei confronti, mi impone, di mettere al corrente dell’accaduto innanzitutto Voi che mi avete accompagnato e sostenuto in questi anni con il vostro entusiasmo. Il solo pensiero che a seguirmi ci sono persone come la cara Olga Podlazova che, fino a qualche istante prima di decidere di mutar vita, leggeva la mia Disputa e lavorava ad una sua versione teatrale, mi ripaga di queste cattiverie ma al tempo stesso mi impone di non fargliela passare liscia!
La tempestività con cui Eugenio Canone, co-direttore della rivista, si è occupato del mio libro appena uscito è sorprendente! Delle mie precedenti opere era uscita unarivistab&c recensione di poche righe dopo oltre un anno! E quando mi ero rivolto a lui, chiedendogli di esaminare un mio saggio originale su “Bruno, Rabelais e Apollonio di Tiana”, in cui identifico per la prima volta una citazione diretta dello scrittore francese da parte di Bruno, mi ero sentito rispondere che il palinsesto della rivista era completo per i prossimi 4 anni! Fin qui, comunque, nulla di strano: sappiamo bene che quella degli “accademici” è una conventicola e ognuno, in maniera più o meno educata, ha il diritto in casa propria di regolarsi come vuole. Non posso non ricordare però con amarezza, la solerzia del signor Canone nel farmi inviare copia dei suoi lavori, quando si è trattato di pubblicizzarli e recensirli sul mio sito!
Non è questo il luogo per analizzare nello specifico il vile articolo, cui ho risposto punto per punto in un commento che ho inviato ai direttori e all’editore della rivista, chiedendo che venga pubblicato sul prossimo numero, nel rispetto delle leggi che regolano il diritto di replica. Nelle due paginette di cui si compone, Mignini, nonostante i maldestri tentativi di nascondere i veri obiettivi della sua azione, lascia chiaramente trasparire i motivi del suo astio. Comincia col definirmi in tono ironico ed offensivo  “medico e filosofo napoletano”, autoinvestitosi del ruolo di paladino della memoria di Bruno (come appare dal suo sito www.giordanobruno.info : “sito ufficiale dei seguaci del filosofo nolano”). Ecco venir fuori la causa prima (anzi la seconda perchè, come vedremo, il portafogli viene sempre prima di ogni cosa!) della malcelata invidia: il successo del mio sito internet, incontestabilmente il più importante e apprezzato esistente in rete. Dieci anni di attività, oltre 250.000 contatti certificati da ogni parte del globo e una mailing list con oltre 4000 iscritti valgono certamente molto più di un manipolo di studentesse universitarie ricattate e sfruttate in maniera miseranda, e questo dà fastidio. E’ contro di voi dunque, amici bruniani, che è rivolto questo tentativo di delegittimazione. L’obiettivo è quello di sminuire l’ importanza, la cultura e la giusta rivendicazione dei veri depositari ed interpreti del messaggio del Nolano. Abbiamo osato mettere il naso in quello che viene considerato un affare privato, iniziato nel 2000 con la spartizione dei famigerati finanziamenti del 4° centenario del rogo di Campo de’ fiori, di cui ancor oggi si contendono le ultime briciole.
Dopo una serie di critiche al mio lavoro nelle quali palesa, tra l’altro, tutta la propria pedantesca asinità, l’autore della “porcata” insinua che per la traduzione dell’ Acrotismus da me curata mi sarei servito, senza citarla, della tesi di dottorato di una sua allieva, Barbara Amato. Si cerca, in sostanza,  di allestire il secondo atto di quella pantomima dal titolo Il testo rapito già messa in scena ai danni di uno dei loro, Michele Ciliberto, nel 2000 e che poi è stata la causa scatenante del grande scisma verificatosi nell’ambiente accademico brunista. Accusarono di plagio lo stesso Bruno per toglierselo dai piedi ad Oxford!. Naturalmente l’avermi messo in tale compagnia non può che farmi onore!
Per controbattere queste squallide menzogne, basta un semplice, inoppugnabile dato di fatto, che la dice lunga sulla malafede di costoro: pur apprezzando i lavori della dottoressa Amato, peraltro regolarmente citati nella bibliografia del mio libro, non ho mai avuto il piacere di conoscerla, né alcun contatto è mai intercorso tra noi. Se fosse vero quel che costui afferma, credo che sarebbe la prima a doversi dolere e ad avere il diritto di contestarmi le accuse che mi vengono rivolte. Come mai non è Lei stessa a farlo? E’ forse minorenne, è legalmente interdetta? No signori la verità è che il lavoro della dottoressa Amato è stato “comprato” ( “ne ha ceduto i diritti”, secondo l’eufemismo usato da Mignini) non so a quale prezzo ad Eugenio Canone, il quale sta per pubblicare presso la casa editrice UTET una raccolta di traduzioni bruniane, tra cui quella dell’Acrotismus!
Il sentimento ispiratore dell’attacco nei miei confronti è dunque uno solo: la rabbia repressa per essere stati preceduti nella pubblicazione dell’Acrotismus e nel rendersi conto dell’effettiva importanza della mia ricerca, che ridimensiona la loro pubblicazione profumatamente remunerata. Una ricerca  che, come sapete, mi ha portato al ritrovamento, a Praga, di un probabile nuovo autografo bruniano. Una scoperta che, se l’avessero fatta loro, avrebbe avuto un’eco planetaria e che invece è passata pressocché inosservata!
Mignini conclude la sua missione denigratoria (me lo vedo acclamato e portato in trionfo dai suoi accoliti come Rodolphe Callier a Cambrai!) così: “Con poca pazienza, ci si potrà convincere facilmente sul credito da attribuire a quest’opera e al suo autore”. Certo! Non è gran cosa: è semplicemente il credito che si deve a chi si propone, senza fini di lucro o di potere, con tutte le ingenuità e gli errori in cui può incorrere un “dilettante”, di rispondere alle aspettative di persone che mi stimano e che ripongono in me una fiducia che non intendo tradire. E’ un credito almeno pari a quello che si attribuiscono personaggi, magari più titolati ed attrezzati professionalmente, ma privi di qualsiasi senso di umiltà e nutriti quotidianamente proprio di quei difetti che, ne La disputa di Cambrai, Bruno denuncia quali principali ostacoli alla conoscenza: intolleranza ed abitudine a credere.

Un libro è come un figlio e, soprattutto quando è il frutto di una amore appassionato e non mercenario, va difeso con ogni mezzo!

RIVOLTA CONTRO IL MONDO ACCADEMICO!

Il disappunto per l’uscita del mio libro è stato tale che mi sono arrivate addirittura delle mail nelle quali mi si intima minacciosamente di ritirarlo dal commercio e una telefonata in cui mi si offre addirittura del denaro! In seguito al mio rifiuto è partito un ordine perentorio: “nessun accademico dove c’è del Giudice!”. Lo si è visto già in occasione della recente consegna al sottoscritto del 1° Premio internazionale Giordano Bruno: all’ultimo istante tutti gli accademici invitati hanno dato forfait! Eccoti sistemato, piccolo pidocchio impazzito! Sullo sfondo aleggia la misteriosa (ma non tanto) figura di un Grande burattinaio, che per giunta avrebbe tutto l’interesse a stare  zitto, in quanto si è trovato anch’egli in passato in una situazione simile. Nelle prossime puntate scopriremo parecchie cose anche su di lui!
Comunque, se pensavano di spaventarmi, come sono abituati a fare con i loro studenti e portaborse, hanno fatto male i loro conti, perchè io non sono un accademico e sono quindi immune dal loro veleno. Forte della verità e della sincerità del mio impegno, posso affrontarli a viso aperto. Non ho mai avuto sovvenzioni da nessuno io! Tutto quel che faccio per Bruno, lo faccio a spese del mio tempo e del mio portafogli. I libri che scrivo non hanno alcun fine di lucro e devo ad un coraggioso editore, Sante Di Renzo, che ha sposato con entusiasmo la causa bruniana, la loro pubblicazione. Mi reco a mie spese sui luoghi, acquisto a mie spese testi, ricerche etc. Non ho guadagnato un solo euro dalla mia attività e non c’è uno di quei signori che possa dire di avermi offerto un caffé, anzi! Eventuali  royalties che mi saranno corrisposte dal mio editore saranno tutte devolute all’ importante progetto, che ho recentemente lanciato in occasione del Premio Internazionale Giordano Bruno, di realizzare un monumento al filosofo in una piazza della città di Napoli che lo allevò.
Proprio io che con i miei miseri mezzi intellettuali e materiali, senza percepire un soldo, senza nessun aiuto né economico né organizzativo, rimettendoci tempo e denaro, cerco di riparare almeno in parte i guasti commessi da questi signori, portando a conoscenza degli appassionati, opere di Bruno che altrimenti rimarrebbero ostaggio delle loro mani fino a che non sia possibile cavarci fuori più denaro possibile, sarei il personaggio indegno? Eh no, questo non ve lo permetto!
Ho deciso perciò di cominciare a presentare da oggi su questo sito tutto il materiale in mio possesso, le prove inconfutabili, supportate da fatti, registrazioni e documenti ufficiali, peraltro accessibili a tutti, anche in rete, dell’indecoroso mercimonio sviluppatosi intorno al Nostro filosofo, soprattutto a partire dalle celebrazioni del 4° centenario del rogo nel 2000, allorquando cioè iniziò la spartizione di quella torta (e che torta!) che continua ancora oggi.
Non c’è bisogno di alcun commento:
gli stessi identici nomi ritornano nella lista dei finanziamenti, nei comitati celebrativi,  nelle commissioni di nomina dei docenti e in quelle dei premi letterari!!! Ognuno potrà trarre agevolmente le sue conclusioni ed arricchire la discussione con altri episodi di cui fosse a conoscenza, poiché so di non essere certo né il primo né l’unico a fare esperienza dei loro metodi.

Avete idea dell’importo dei finanziamenti erogati dal Ministero della ricerca scientifica, che costoro si spartiscono per progetti spesso inutili?

Lo sapete che qui c’è qualcuno che decide se un’opera su Bruno deve o non deve essere pubblicata?

Sapete come avvengono le nomine dei professori nelle università italiane?

Sapete come si determinano i vincitori dei principali Premi Letterari?

Sapete come si fa a girare il mondo gratis, con la scusa di diffondere Bruno?

Illuminando la rete di rapporti esistenti tra i personaggi implicati in questa vicenda, il tutto supportato da prove e documenti ufficiali, cercherò di rispondere nel modo più esauriente possibile a queste domande.
Politici, medici, giornalisti…., tutte le caste sono state indagate e messe alla berlina in questo paese ma ce n’è una, non di poco peso, che riesce sempre a rimanere nell’ombra ed è quella degli accademici. Sarei felice se proprio dalle pagine di un sito dedicato a Giordano Bruno, che per tutta la vita avversò e denunciò la pedanteria di costoro, partisse finalmente una crociata contro questa potentissima casta! Naturalmente, come in tutti i comitati d’affari e di potere, anche qui la politica ha un peso determinante, ma lascio ad altri il compito di indagare e commentare quest’aspetto perchè, da filosofo, nemico dei settarismi di qualsiasi genere, rifiuto qualsiasi schieramento. Così pure rifuggo dall’errore di fare di tutt’erba un fascio: numerosi sono, negli Atenei, gli studiosi animati da un sincero e disinteressato desiderio di valorizzare e diffondere il pensiero del Nolano.
Mi aspetto che la voce dei veri bruniani mi sostenga in quest’impresa. Essa giunge a proposito, in quanto mi dà l’occasione di  verificare quanto i miei sacrifici ed il mio entusiasmo siano apprezzati e costituisce un banco di prova per decidere se andare avanti o meno in questa mia sempre più onerosa attività. Vi chiedo pertanto di esprimermi in ogni modo, sinceramente come sempre, il Vostro giudizio e i Vostri consigli. A tal fine, oltre al Forum, avete a disposizione un argomento sul Blog. Ho, inoltre, inserito sul sito un sondaggio che, si badi bene, non vuol essere un referendum personale tra me e questi tristi figuri, né una faida tra brunisti e bruniani, perchè sono due componenti entrambe preziose per la valorizzazione di Bruno, quando rimangano nei loro campi di competenza.

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