17 febbraio 2022: Giordano Bruno “ritorna” in un video.

miniatura video CicalaGiordano Bruno con il suo sacrificio ci ha insegnato a mantenere viva la fiammella della memoria. Lezione attualissima anche in questo secolo dove la verità viene continuamente messa in discussione. Grazie all’impegno visionario del noto studioso bruniano Guido del Giudice e del giovane video-maker Giuseppe Barbato, Giordano Bruno è venuto a sostenerci con la sua ideale presenza in un momento così delicato per la libertà di pensiero. Lo ha fatto grazie a un emozionante video, in occasione dell’anniversario del misfatto perpetrato dalla Chiesa Cattolica 422 anni fa. Le riprese sono state realizzate, seguendo un itinerario che, partendo dalla collina di Castel Cicala, che diede i natali al filosofo, si è diretto verso la piazza a lui dedicata dalla città di Nola. Il passaggio successivo ha toccato una location inusuale: l’Interporto Campano, dove è stato realizzato un originalissimo murales. Il suggestivo viaggio si conclude a Napoli, in piazza Sannazaro, dove l’Associazione porta avanti un progetto di riqualificazione dell’area nel nome del “Nolano”.    

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La Giordano Bruno Society stimola le iniziative sul Nolano

Napoli dedica il “Maggio dei Monumenti” a Giordano Bruno

Dopo anni di inutili tentativi e di appelli alle autorità caduti nel vuoto, nel 2015 Guido del Giudice decise di fondare l’Associazione “The Giordano Bruno Society per ricordare la “napoletanità” del filosofo.
Il primo atto fu quello di prendere in affido l’area verde in piazza Sannazaro intitolandola “Aiuola del libero pensiero” e dedicare una targa al “Napolitano nato sotto più benigno cielo”.

Nel corso degli anni, il presidente dell’ Associazione si e’ sempre impegnato a diffondere e a divulgare il pensiero filosofico del Nolano.
Ora, dichiara di essere orgoglioso di aver aperto la strada ad iniziative come questa – “Maggio dei Monumenti 2020”:

maggio dei monumenti Jorit
L’opera del writer Jorit

“Scintille d’infinito”, il nuovo libro di Guido del Giudice

Il pensiero del filosofo nolano in 200 aforismi

Libro scintille big
Ci siamo. I fake che popolano il web hanno i minuti contati! Finalmente si “dirà la verità “, unica e inconfutabile, sul pensiero del filosofo nolano. Guido del Giudice, uno dei principali conoscitori della vita e del pensiero di Giordano Bruno, presenta il suo nuovo e attesissimo libro: “Scintille d’infinito”, una raccolta di 200 aforismi elaborati attingendo all’intero corpus delle opere in latino e volgare.
Proprio il diffondersi di citazioni completamente inventate, mal tradotte o estratte da opere di fantasia, ha spinto lo studioso napoletano a realizzare questa antologia con lo scopo di illuminare, in maniera concisa ma ordinata, le mille sfaccettature del carattere e dell’ingegno del Nolano. L’obiettivo è stato pienamente raggiunto. Ora, come dichiara lo stesso autore: ” Non c’è niente da aggiungere o inventare. Bisogna soltanto rimanere in silenzio ad ascoltare la sua “vera” voce che, sfidando i secoli, risuona in queste pagine, eternamente viva e attuale”.  A tutti Voi, bruniani e non,  buona lettura.

“Il mio vecchio amico nolano…”

Un nuovo interessante sito dedicato a John Florio

immagine di Giovanni Florio

Nei due anni trascorsi presso l’ambasciata di Francia a Londra, in casa dell’ambasciatore Michel de Castelnau, Giordano Bruno strinse una sincera amicizia con Giovanni Florio, figlio di un esule protestante fiorentino.

Marianna Iannaccone ha realizzato un bellissimo sito dedicato a questa affascinante figura di letterato, analizzando a fondo anche il suo rapporto con Bruno.

Florio acquistò fama soprattutto come traduttore e, nell’introduzione ai “Saggi” di Montaigne, ricorda come “il suo vecchio amico Nolano” decantasse nelle sue lezioni il rigoglioso impulso che le traduzioni imprimevano a tutte le Scienze: “my olde fellow Nolano tolde me and taught publikely, that from translation all Science had its of spring”.

John Florio è uno dei personaggi che, nella “Cena de le Ceneri” accompagnano il Nolano al famoso incontro-scontro con i pedanti di Oxford, nella residenza del gentiluomo Fulke Greville. Alcuni accenti descrittivi rivelano un rapporto di grande familiarità tra i due: “Noi, invitati sí da quella dolce armonia, come da amor gli sdegni, i tempi e le staggioni, accompagnammo i suoni con i canti. Messer Florio, come ricordandosi de’ suoi amori cantava il “Dove, senza me, dolce mia vita”. Il Nolano ripigliava: “Il Saracin dolente, o femenil ingegno”, e va discorrendo.”

Resolute John Florio

Così Guido del Giudice rievoca il viaggio nel suo “Giordano Bruno, il profeta dell’universo infinito”:

“14 febbraio 1584, giorno delle Ceneri. Un barcone scricchiolante scivola sul Tamigi in una serata nuvolosa. A bordo, oltre a due vecchi e scorbutici barcaioli, ci sono Giordano Bruno e i suoi due amici, messer Giovanni Florio e maestro Matteo Gwynn, venuti a prenderlo per accompagnarlo alla residenza di sir Fulke Greville. Questi ha invitato il filosofo a cena, per sentirlo disputare sulle sue teorie eliocentriche ed infinitiste. Bruno è a prora e, volgendo lo sguardo verso un cielo livido, in cui si staglia una candida luna, dialoga con Florio.

BRUNO. La luna mia, per mia continua pena, mai sempre è ferma ed è mai sempre piena. Mi è sempre piaciuto in serate come questa contemplarla e immaginare di essere lassù. Magari potrei trovarvi, finalmente, un po’ di pace: fuggire l’università che mi dispiace, il volgo ch’odio, la moltitudine che non mi contenta.

FLORIO. Suvvia, sta di buon animo Giordano! Stasera ti aspetta una gran bella disputa! Anch’ io muoio dalla voglia di sentirti difendere contro i pedanti di Oxonia la teoria eliocentrica di messer Copernico, su cui hai innalzato la tua Nova filosofia.

BRUNO. Io non vedo né per gli occhi di Tolomeo, né per quelli di Copernico! Sono grato a questi grandi ingegni, come a tanti altri sapienti che già in passato si erano accorti del moto della terra. Lo affermavano i pitagorici: Niceta Siracusano, Ecfanto, Filolao. Platone ne parla nel Timeo, lo lasciava intendere cautamente il divino Niccolò Cusano. Ma è toccato a me, come Tiresia, cieco ma divinamente ispirato, penetrare il significato delle loro osservazioni, leggervi ciò che essi stessi non hanno saputo cogliere.

FLORIO. Pensavo che almeno su Copernico non avessi niente da obiettare!

BRUNO. Grandissimo astronomo! Ha l’enorme merito di aver conferito dignità e credibilità alle tesi degli antichi ma, più studioso de la matematica che de la natura, neanch’egli è riuscito a liberarsi completamente dalle vane chimere dei volgari filosofi, fino ad abbattere le muraglie delle prime, ottave, none, decime e altre sfere per affermare l’infinità dell’universo. Quell’ infinità che io, fin da ragazzo, avevo imparato a contemplare nella mia amata terra natia.

Sull’argomento leggi anche l’articolo: “Giordano Bruno e la Furiosa Commedia”

Quando la biblioteca diventa un confessionale

Giordano Bruno nella biblioteca di Saint VictorNel numero speciale della “Biblioteca di Via Senato”, pubblicato l’articolo di Guido del Giudice: “Giordano Bruno nella “libraria” di Saint Victor”.

“Era il 6 dicembre del 1585, quando nella lunghissima sala della biblioteca,
disposta al piano terra, tutt’intorno al grande chiostro, fece il suo ingresso un piccolo monaco dai lineamenti meridionali…”.

Nel 1585, Giordano Bruno ritorna a Parigi dopo il soggiorno londinese, e comincia a frequentare l’abbazia di Saint Victor, famosa per la sua ”libraria“, immortalata da Rabelais.

Il bibliotecario, Guillaume Cotin, trasforma lo “scriptorium” in un confessionale, dove il filosofo dà libero sfogo ai suoi ricordi e al suo impetuoso carattere.

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Atteone: da Ovidio a Giordano Bruno

“Il gran cacciator divenne caccia”

Le “Metamorfosi” di Ovidio e il “De gl’ Heroici furori” di Giordano Bruno. Un rapporto che attraversa i secoli, fra libri e miti. Ce ne parla Guido del Giudice sul mensile di bibliofilia e storia delle idee “La Biblioteca di via Senato”.Il poema ovidiano costituisce una fonte primaria anche per Giordano Bruno, che vi ritrova la sua concezione della materia animata, e la conseguente fede nella metempsicosi. Talmente ampie e precise sono le corrispondenze, seconde per quantità soltanto a quelle col De rerum natura di Lucrezio, da suggerire che il poema facesse parte dell’immenso patrimonio mnemonico del filosofo.
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