«PERCHE’ CONTESTO IL MERIDIANO SU GIORDANO BRUNO»

DISPUTE:  Giovanni Aquilecchia replica a Michele Ciliberto sull’ultima edizione critica dei testi del filosofo di Nola

Con il suo intervento sul Corriere di domenica scorsa su Giordano Bruno, Michele Ciliberto sposta l’attenzione dalla questione principale a temi marginali.
Cercherò di rispondere, riconducendo il dibattito alle questioni di fondo che riguardano la presentazione dei testi bruniani nell’«incriminato» Meridiano Mondadori, da lui «curato».

Non riesco a convincermi che la dichiarazione «abbiamo scelto come testo di riferimento l’edizione dei dialoghi italiani curata da G. Aquilecchia» possa indicare con chiarezza che Ciliberto abbia riprodotto esattamente il mio testo.

A verifica di ciò qualsiasi lettore potrà aprire il «Meridiano» e constatare che nella sezione dedicata alle edizioni dei dialoghi italiani figurano quelle di Lagarde, di Wagner, di Gentile ma non quella da me curata per Belles Lettres. L’edizione Les Belles Lettres viene inserita, invece, nella sezione dedicata alle traduzioni francesi di Bruno.

Scelta in perfetta sintonia con tutti i saggi critici di Ciliberto, in cui le citazioni bruniane non vengono mai effettuate dalla mia edizione.

Per quanto riguarda i «miglioramenti» annunciati da Ciliberto, ma non elencati nel suo «Meridiano», ho constatato che si tratta (a eccezione di qualche banale refuso da lui corretto) di interventi peggiorativi, ampiamente documentati in un mio saggio di imminente pubblicazione.

Del resto, questi «interventi» sono stati effettuati tra il 20 dicembre 1999 (data del mio rifiuto ad apporre il mio nome sul «Meridiano») e, presuppongo, i primi giorni di gennaio 2000, visto che il volume è stato distribuito in febbraio. E inoltre: se la decisione di «utilizzare» il testo Belles Lettres fu presa «subito» da Ciliberto, perché non ne fui informato allora, ma solo a stampa virtualmente ultimata?

Questi sono i fatti a cui Ciliberto purtroppo non risponde.

Per quanto riguarda poi i firmatari della lettera di protesta e dei messaggi di solidarietà, mi sembra inutile ribadire che si tratta di studiosi di rinomanza mondiale come Nicola Badaloni, Alfonso Ingegno e il russo Aleksandr Gorfunkel.

Un’ultima annotazione. Avendo già compilato la comparazione filologica tra i testi Belles Lettres e quelli Mondadori, ripudio l’esibizionismo pubblico suggeritomi da Ciliberto: la filologia, come pure la filosofia, si fa sui libri e sulle carte, non sui palcoscenici.


Giovanni Aquilecchia

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