Vere scoperte e falsi scoop!

“Nonostante l’evidenza dei fatti, ormai ostentata quasi con superiore disprezzo, indichi un controllo pressoché capillare da parte della casta accademica sulle case editrici più importanti e sui principali organi di stampa, non posso rassegnarmi a credere che in un paese di immense tradizioni culturali come il nostro, siano del tutto sopiti, per non dire scomparsi, i sacri principi della libertà e dell’imparzialità intellettuale”

Nel corso della recente “Biennale Bruniana” è stata propagandata con grande enfasi una video conferenza con la biblioteca Lenin di Mosca che avrebbe presentato per la prima volta al pubblico la famosa collezione Norov, comprendente l’unico manoscritto autografo di Bruno, ritrovato appunto dal conte Norov e custodito nella capitale sovietica. Pur non contestando l’interesse dell’avvenimento, esso rappresenta l’ennesima dimostrazione di provincialismo e malafede  dei soliti pedantucoli accademici. Essi non si rassegnano ad accettare una realtà, quella di internet, che viaggia ad una velocità mille volte maggiore dei loro desueti e clientelari strumenti di diffusione.
I frequentatori del mio sito, infatti, sanno bene che le immagini della collezione Norov, sono state da me pubblicate più di tre anni fa grazie alla passione e alla bravura di Olga Podlazova, la giovane studiosa russa, tragicamente scomparsa di recente. Ella mi inviò alcune immagini della collezione, scattate di nascosto, durante un’esposizione alla biblioteca Lenin, che mi affrettai a presentare agli appassionati che seguono il mio sito. Osservate le foto presenti sul sito della fondazione GB, e quelle realizzate da Olga 4 anni orsono!. Naturalmente ci si è guardati bene dal ricordare questo particolare nella presentazione dell’evento o dal chiedermi, cosa che avrei consentito senza alcun problema, di utilizzare anche queste immagini in occasione della presentazione della biennale.
E il bello è che è stata addirittura dedicata una sezione del convegno ai rapporti tra Bruno e la Rete! Ciò dimostra che l’unico loro intendimento è quello di egemonizzare anche questi spazi, finora inesplorati. Altro che apertura al nuovo!
I miei lettori sono al corrente del fatto che la mia persona e tutto il mondo dei bruniani su internet sono stati praticamente messi all’indice da costoro, nel momento in cui si sono accorti che questo potente mezzo di libertà e di espressione, che non potevano manipolare a piacimento, stava mettendo in crisi i loro interessi economici e di potere. Esempio ancora più eclatante è la “congiura del silenzio” che è stata imposta al recente rinvenimento da parte mia di un nuovo autografo del Nolano, finora misconosciuto. Dopo una assidua e tenace ricerca dei documenti bruniani in giro per il mondo, ho avuto la fortuna di rinvenire una firma autografata di Bruno su una copia del Camoeracensis Acrotismus , custodita a Praga. Appena l’ho presentata nel mio ultimo libro “La disputa di Cambrai”,  questo è stato fatto oggetto di furiosi e meschini attacchi da parte dei pedanti.
Sarebbe stato questo il vero autografo da presentare in occasione della Biennale, se a trovarlo non fossi stato io, che non appartengo al mondo dell’università e dei finanziamenti ministeriali!
Eppure non posso credere che l’Italia, pur con tutti i suoi problemi di clientelismo e di nepotismo, sia giunta a un punto tale che il potere accademico comandi tutti i centri nevralgici della cultura, oltre che nelle università, anche nei principali quotidiani e case editrici nazionali. 

Le due fazioni in lotta dei “Cilibertiani” e degli “Ordiniani” (ex “Aquilecchiani”
) si sono spartite la torta anche a livello delle testate nazionali, delle pagine culturali, delle terze pagine, che non pubblicano articoli o recensioni se non riguardanti una delle due parti. Per quanto riguarda poi le edizioni bruniane, c’è il diritto di veto alla pubblicazione di qualsiasi lavoro che non sia stato preventivamente approvato da loro! Lo so, è triste ma così stanno le cose, miei cari lettori!
Devo ringraziare pubblicamente il coraggioso editore Sante Di Renzo, senza il quale non avrei potuto pubblicare i miei lavori su Bruno. E hanno cercato di impedire anche questo perché dava fastidio alla loro attività, finanziata con i nostri soldi!  La speranza, che è l’ultima a morire, è che qualcuno dei prestigiosi direttori delle pagine culturali dei quotidiani più autorevoli, si passi una mano sulla coscienza e si accorga della manipolazione operata da questi gruppi di potere accademico e, soprattutto abbia la voglia, il coraggio e la forza per potersi sottrarre ai loro diktat per tornare ad offrire, come sempre, contributi alla cultura e alla verità. Questo non per un desiderio di riconoscimento personale, bensì per quel sacro principio della diffusione del sapere, in nome del quale lo stesso Bruno si batté fino all’estremo.  Nella loro meschina cecità non si accorgono che il popolo della rete può tranquillamente fregarsene delle loro ponderose, e non per questo più attendibili e accurate, operazioni culturali. A tal proposito vi anticipo che l’ultima mia fatica, attualmente in fase di pubblicazione, servirà a mettere in luce un altro episodio di cialtroneria accademica, di disprezzo dell’intelligenza e della cultura di studiosi e semplici lettori.
Il popolo di internet va molto più veloce e produce risultati che, al di là della mia modesta opera divulgativa attraverso il sito e i miei libri, si concretizzano in opere come “Eroico furore”, il cortometraggio dell’amico Francesco Afro De falco e della Libera Scena Ensemble con in testa Lello Serao, selezionato per il Capri film festival. O ancora: “Scientifici errori e magiche verità”, il brillante lavoro  eseguito dai ragazzi del Prof. Severino Bertini, che spero faccia da apripista ad altre iniziative del genere. Proprio per questo, insieme a Francesco e a Lello, nonché al mio editore Sante Di Renzo, abbiamo in mente altre iniziative bruniane, indirizzate proprio ai giovani delle scuole, la vera linfa bruniana di cui c’è bisogno per combattere ed estirpare la protervia e la superficialità degli accademici.