XIV Premio Cimitile: Un’altra occasione persa!

Giordano chiama il pane, pane; il vino, vino…ha la dottrina per dottrina, le imposture per imposture…stima gli filosofi per filosofi, gli pedanti per pedanti.

di Guido del Giudice

Sono anni ormai che vado predicando l’opportunità di inserire, nell’ambito del Premio Cimitile, prestigiosa manifestazione di primo livello nel panorama letterario nazionale, una sezione dedicata a Giordano Bruno. Come in tutti i concorsi letterari, sappiamo bene che la scelta e l’assegnazione dei premi risponde a rigide norme spartitorie tra le principali case editrici, ma è mai possibile che in una manifestazione che si svolge nell’agro Nolano e che ogni anno ricorda la figura del filosofo, inserendo nel suo programma un simposio a lui dedicato, non sia previsto un riconoscimento per gli autori di libri che lo riguardano? Se è previsto un premio per la migliore opera edita di arte paleocristiana, senza offesa per l’importanza e il numero relativamente esiguo di cultori della materia, a maggior ragione dovrebbe esistere una sezione per i libri “bruniani”. Sarebbe, a mio parere, un ulteriore fiore all’occhiello per la manifestazione e l’occasione buona per celebrare, sul principale palcoscenico culturale dell’area Nolana, il suo celebre figlio.
Invece, niente da fare! Si continua anche qui la miope spartizione tra politici e accademici di second’ordine. Anche quest’anno ci si dovrà sorbire le acrobazie verbali dei soliti noti, alle prese questa volta con un opinabile confronto Bruno-Vico.  Nessuna apertura alle forze giovani, nessuna apertura all’originalità, alla preparazione specifica. Questa, signori, è la cultura che vi propinano oggi. Tenetevela cara! Io più che denunciare la situazione, mettendomi contro tutto e contro tutti, non posso fare. Ciò che dà fastidio è quella sorta di superficiale relativismo, con cui ci propongono, senza alcuna preparazione, sostenendoli sempre con gli stessi argomenti triti e ritriti, i temi più banali e improbabili, presumendo che nessuno ci capisca nulla, come loro. Questo perché i programmi vengono stilati da perfetti ignoranti, gente che della filosofia di Bruno non sa un bel niente (e lo dico a ragion veduta per aver avuto la possibilità di interrogarli in merito) e dirige fondazioni, comitati, parchi e chi più ne ha più ne metta! Ma la cosa che fa ancora più male è che studiosi anche abbastanza preparati e onesti intellettualmente, si facciano strumentalizzare da costoro in nome di uno sterile presenzialismo. Si bada soltanto a tener lontani i veri conoscitori della materia, i quali potrebbero dare dei contributi validi e un impulso efficace alla discussione, per non vedere oscurata la loro effimera voglia di protagonismo.

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