Si trovano su Giordano Bruno sostanzialmente tre tipi di pubblicazioni:
1) Gli scritti originali del Bruno. Grazie anche a valenti studiosi come Giovanni Aquilecchia e alla considerazione di contemporanei dell’epoca, soprattutto tedeschi, abbiamo ad oggi la quasi totalità delle oltre 40 opere scritte dal filosofo.
2) Scritti sul Bruno. Preziosi quelli di carattere storico, che hanno rintracciato documenti dell’epoca (soprattutto le voluminose ricerche di Vincenzo Spampanato), facendo emergere la viva figura del filosofo dalle ombre del tempo. Tra gli altri scritti, più filosofici, ne troviamo purtroppo di fuorvianti: alcuni hanno la pretesa di spiegare il più grande filosofo italiano senza avere la necessaria levatura intellettuale; come sosteneva Anacleto Verrecchia, non basta insegnare filosofia per essere filosofi, così come fare il prete per essere santi. In questa categoria vi sono anche autentiche aberrazioni di tanti che vogliono classificare arbitrariamente Bruno come un eretico medievale, un mago rinascimentale, un idealista hegeliano, un anticlericale risorgimentale o un prefiguratore della scienza moderna.
3) Considerazioni becere o false. Dilagano false citazioni di individui che si gratificano in modo stupido, intestando fraudolentemente al nome famoso le loro dabbenaggini.
Guido del Giudice lotta da tempo contro questi cervelli dannosi e pericolosi.
Oggi Del Giudice ci presenta il suo ultimo lavoro che inseriamo a buon diritto nella prima categoria: è infatti un utilissimo florilegio dalle opere del Nolano, che consente a tutti di accostarlo nel modo migliore. Non è una semplice antologia, costruita secondo gusti preconcetti e quindi riflettente una visione parziale, tanto meno una compilazione scolastica; né avrebbe potuto esserlo, vista la lunga consuetudine col filosofo e l’onestà intellettuale dello studioso.
Quello che ci viene presentato è il frutto di decenni di letture, effettuate da un occhio limpido e preparato, con grande interesse e rispetto. Abbiamo così a disposizione 200 brani del filosofo, evidenziati tra migliaia di pagine e presentati in modo accessibile; oltre a una utile suddivisione per argomenti, quando non sono stati tradotti dal latino, sono stati modernizzati nel linguaggio con un intervento leggero e non invasivo, il più possibile fedele all’originale.
Un grande lavoro, unico nel suo genere, che meriterebbe di essere adottato nelle scuole, dove il Bruno figura soltanto come intestatario di alcuni edifici. Ma è utile a tutti, anche agli specialisti, perché consente di rintracciare in breve tempo i testi di riferimento mediante un collegamento riportato in appendice. Una veste editoriale comoda e leggera, dal prezzo accessibile, completa il pregio del libro.
Gianmario Ricchezza
2 thoughts on “Recensione di Gianmario Ricchezza a “Scintille d’infinito””
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